Solo Parole

Happy

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Strano come alle volte un evento che ci vede protagonisti ci solleciti reminiscenze, ci faccia tornare in superficie frasi di libri letti tantissimi anni addietro; in una novella Grazia Deledda scrisse: "Sentivo i suoi passi, dietro di me, come quelli di un bambino; mi raggiunse mi toccò lievemente col muso per avvertirmi ch’era lì, e come per chiedere il permesso di accompagnarmi. Mi volsi e gli accarezzai la testa di velluto; e subito ho sentito che finalmente anch’io avevo nel mondo un amico". Guardando mia nipote prendere tra le braccia il cucciolo che i suoi genitori avevano individuato per realizzare quello che è stato un suo desiderio da quando ha l'uso della parola, la potenza della chiusa di quel racconto mi è immediatamente tornata alla memoria. Finalmente anche Giulietta aveva capito che nel mondo aveva trovato un amico. Un'epifania vissuta in un'età così delicata, fatta di irrequietezza ed inquietudine, di dubbi e debolezze, di eremi nei quali cercare rifugio e di vertigini per la sensazione di vuoto dovuta ai cambiamenti del corpo rispetto all'ambiente; un'epifania che lenisce i tormenti in un attimo e non solo per un attimo. Dal 17 novembre scorso in poi, non so per quanto, ma spero che sarà lunghissimo, l'essere che ho di più nel cuore, che non vedo mai abbastanza, che vorrei proteggere ed accompagnare seguendone ogni passo, nel quale rivedo piccole parti di me, non sarà più sola e questa consapevolezza è una sensazione che non avevo mai provato prima, uno stupore che sbalordisce ed inebria, che rinfranca. Grazie Happy per tutto questo.

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