David Ceccarelli, autore, sceneggiatore e illustratore italiano ha pubblicato nel 2021 "Storie di Ratti, Gatti e Piratti". Nella sua ultima opera ancora una volta ha deciso di tornare alla narrativa per ragazzi per raccontare delle storie dai tratti allegorici. Attraverso degli abili espedienti narrativi e formali, infatti, l’autore offre ai suoi giovani lettori uno strumento in cui riconoscersi e riflettere. L’ingegno fiabesco, impreziosito da illustrazioni dai tratti fumettistici contemporanei, cela il racconto della società moderna, con tutte le sue storture e assurdità, attraverso uno sguardo fresco e innocente, capace quindi di arrivare dritto al cuore dei piccoli lettori. Uno sfondo favolistico fatto di originali e divertenti avventure, quindi, che aiuta a comprendere la complessità caotica del mondo circostante e non solo. Lo stesso incipit del testo ne è un chiaro esempio: “I fatti qui riportati avvennero in una città non tanto lontana dalla vostra: ma sì, proprio quella dove passa la via Roma, le macchine fanno un gran baccano e dal Lunedì al Venerdì la gente è così indaffarata e senza uno spicciolo di tempo che anche un saluto, costa più di quanto ci si aspetti”.
“Fin da quando ero piccoletto, usavo perdermi nelle vie di campagna e nei boschi sulle vicine colline fino al limite del tramonto. Inseguivo storie bizzarre, umoristiche e fantastiche, popolate da tutti gli animali dei boschi che, osservando gli umani, ne avevano irrimediabilmente ‘raccattato’ vizi e virtù (più vizi che virtù). Un’occhiata agli scoiattoli, mi faceva venire in mente un indomito contrabbandiere di noci, nocciole e chewing-gum, tre ratti che si rincorrevano sul fiume mi rimandavano ad una banda di allegri (e zozzi) Piratti scesi sulla terraferma per far baldoria e chi più ne ha, più ne metta. Saper ridere e rincorrere la fantasia son sempre stati ottimi compagni di viaggio, compagni che vi seguiranno in queste storie di ratti, gatti e piratti!!! Buona avventura!!!”
SOLO TRE DOMANDE
- Mi descrivo con solo tre aggettivi
- Coraggioso: in quanto ho sempre avuto il coraggio di seguire le mie inclinazioni, fino all’altra parte del mondo, spesso rimettendomi in gioco, con un grosso bagaglio di esperienze, ma anche ricominciando da zero se volevo davvero imparare qualcosa di nuovo. Nel 2014 mi licenziai dal classico posto a tempo indeterminato (ero un amministratore di rete, una branchia noiosa dell’informatica) , per un tempo limitato me ne andai in Cina, ad insegnare Arte e illustrazione ad un università di Nanchino. Da tempo oramai avevo questo dualismo, fra arte (con i già numerosi libri pubblicati) e ufficio, quest’ultimo mi avrebbe ucciso, scelsi di aprir la gabbia e volar via, non me ne sono mai pentito. Ricordo sempre un aneddoto, uno dei tanti che mi fece pensare che non era un luogo per me, nel 2013 vinsi tre award negli Stati Uniti, con il libro ‘the yawning rabbit river chronicle’ (Springtree Press NJ/USA) assieme all’autrice Janine Kimmel e fui invitato a Boadway per tenere lezione d’arte, quindi nella azienda nella quale lavoravo come amministratore di rete, presi giusto 4 giorni di ferie, per fare Prato/New York andata ‘incontro’ e ritorno. Al mio ritorno, in una sorta di mobbing punitivo per le ferie prese (d’altronde ogni giorno collezionavo straordinari non retribuiti) dalle mie usuali mansioni di responsabile, mi misero a far le fotocopie, mattina e sera, non appena si presentò un grosso guasto che necessitava l’intervento della mia figura da amministratore di rete, dichiarai che prima dovevo finire tutte le fotocopie che mi erano state affidate, solo alla fine potevo controllare la situazione..
- Discreto: come nei quadri o nelle illustrazioni, anche nella vita amo le sfumature o i piccoli dettagli, i contesti e la gente semplice, che alla fine danno l’anima al tutto, ho sempre pensato che saper ‘diventare una sfumatura’ in qualsiasi contesto mi trovassi, potesse far sì di farmi capire in seguito tutto il quadro che, di volta in volta, avevo dinanzi. Ho avuto la fortuna di potermi confrontare con tante situazioni delicate, dalle psichiatrie ai carceri, in Italia e all’estero, dove coinvolto in in prima linea su diversi progetti, spesso mi son scontrato con le figure istituzionali, per poi imparare virtù e calma dai più svantaggiati.
- Ironico: saper prendermi in giro e saper prendere in giro la vita, mi ha sempre aiutato ad andare avanti, insomma come rendere un pizzicotto alla vita che a volte ti prende a schiaffi, ridere fa bene, costa poco e non son necessarie ricette mediche. Alla fine sono un toscano doc e credetemi ‘l’è merce rara!!’.
- Il solo evento che mi ha cambiato la vita
- Il mio migliore amico, morì in giovane età, sapendo che il suo destino era prossimo e inevitabile a causa di una malattia genetica. Cristian, questo era il suo nome, l’ultimo mese della sua vita lo passò in un letto d’ospedale, senza mai perdersi d’animo, spegnendosi un po’ alla volta, dove le visite degli amici, da numerose all’inizio, divennero piano piano, ben poche e di relativa circostanza alla fine. Ad oggi, dopo quasi 15 anni dalla sua scomparsa, ricordo sempre la sua ultima raccomandazione che mi fece prima di andarsene: mi chiese di star vicino a sua madre ‘Pina’, la quale all’epoca, non mi aveva nemmeno tanto in simpatia. Pina era una donna molto protettiva, che abitava sola in una casa di sulla cima di un monte, con 7 cani, innumerevoli galline, un orto, le viti e gli ulivi da badare. Pina era conscia dei limiti e delle problematiche del figlio, per anni lo aveva custodito sotto una campana di vetro e insomma io rappresentavo sempre quella variante strana e imprevedibile che non sai mai come inizia, né tantomeno come si potrebbe concludere. A farla breve e d’un tratto, con me, ci si poteva trovare a bordo di un mezzo scassato per una improbabile mostra del fumetto in ‘chissàdove’, o fare una immersione a 45 mt di profondità al largo di Livorno, o partire per l’ennesima avventura stramba che poteva esser da sotto casa, all’altra parte del mondo. Cristian negli ultimi anni della sua vita, scelse di non aver paura e, conscio di una situazione che poteva metter paura al più intraprendente degli eroi, decise di Vivere e fare tante cose che non aveva mai fatto prima, ma solo immaginato o forse addirittura sognato. Io ebbi la fortuna di fare quel tramite, con i nostri caratteri completamente differenti, all’inizio ci scontravamo spesso, poi con il tempo e il susseguirsi degli eventi, trovammo la giusta dimensione che si auspica nelle belle amicizie da ricordare e conservare negli anni. Quando Cristian se ne andó mantenni la mia promessa e negli anni che vennero, nonostante la mia vita da girovago, riuscii sempre a trovar tempo (da qui la mia poca simpatia per chi spesso e volentieri dice ‘non ho tempo) e diventai una sorta di secondo figlio per Pina, così come lei divenne una seconda mamma per me. Entrambi, giorno, per giorno, cambiammo opinione l’un dell’altro, anche se spesso amo ricordare le sue sgridate quando mi sedevo scomposto nei posti meno adeguati. Pina se ne è all’inizio del 2021, segnata da una brutta malattia che, almeno di carattere e risata, non era mai riuscita comunque a piegarla. Se riguardo indietro in tutti questi anni, ecco io vedo come una unica onda di emozioni che mi ha inevitabilmente segnato, che mi ha fatto maturare seppur in una età già matura. Le parole hanno un peso, penso che la coerenza di un uomo si valuti da quanto quest’uomo, o questa donna, si impegni nel mantenere la parola data. Spesso cerchiamo gli eroi in figure lontane che necessariamente debbono aver fatto imprese sensazionalistiche, penso che gli eroi sono le persone semplici, silenziose che, con dignità e senza tanti proclami pubblici, combattono una vita grama, senza arrendersi mai, perché non gl’è concesso, perché è così.
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- Il mio migliore amico, morì in giovane età, sapendo che il suo destino era prossimo e inevitabile a causa di una malattia genetica. Cristian, questo era il suo nome, l’ultimo mese della sua vita lo passò in un letto d’ospedale, senza mai perdersi d’animo, spegnendosi un po’ alla volta, dove le visite degli amici, da numerose all’inizio, divennero piano piano, ben poche e di relativa circostanza alla fine. Ad oggi, dopo quasi 15 anni dalla sua scomparsa, ricordo sempre la sua ultima raccomandazione che mi fece prima di andarsene: mi chiese di star vicino a sua madre ‘Pina’, la quale all’epoca, non mi aveva nemmeno tanto in simpatia. Pina era una donna molto protettiva, che abitava sola in una casa di sulla cima di un monte, con 7 cani, innumerevoli galline, un orto, le viti e gli ulivi da badare. Pina era conscia dei limiti e delle problematiche del figlio, per anni lo aveva custodito sotto una campana di vetro e insomma io rappresentavo sempre quella variante strana e imprevedibile che non sai mai come inizia, né tantomeno come si potrebbe concludere. A farla breve e d’un tratto, con me, ci si poteva trovare a bordo di un mezzo scassato per una improbabile mostra del fumetto in ‘chissàdove’, o fare una immersione a 45 mt di profondità al largo di Livorno, o partire per l’ennesima avventura stramba che poteva esser da sotto casa, all’altra parte del mondo. Cristian negli ultimi anni della sua vita, scelse di non aver paura e, conscio di una situazione che poteva metter paura al più intraprendente degli eroi, decise di Vivere e fare tante cose che non aveva mai fatto prima, ma solo immaginato o forse addirittura sognato. Io ebbi la fortuna di fare quel tramite, con i nostri caratteri completamente differenti, all’inizio ci scontravamo spesso, poi con il tempo e il susseguirsi degli eventi, trovammo la giusta dimensione che si auspica nelle belle amicizie da ricordare e conservare negli anni. Quando Cristian se ne andó mantenni la mia promessa e negli anni che vennero, nonostante la mia vita da girovago, riuscii sempre a trovar tempo (da qui la mia poca simpatia per chi spesso e volentieri dice ‘non ho tempo) e diventai una sorta di secondo figlio per Pina, così come lei divenne una seconda mamma per me. Entrambi, giorno, per giorno, cambiammo opinione l’un dell’altro, anche se spesso amo ricordare le sue sgridate quando mi sedevo scomposto nei posti meno adeguati. Pina se ne è all’inizio del 2021, segnata da una brutta malattia che, almeno di carattere e risata, non era mai riuscita comunque a piegarla. Se riguardo indietro in tutti questi anni, ecco io vedo come una unica onda di emozioni che mi ha inevitabilmente segnato, che mi ha fatto maturare seppur in una età già matura. Le parole hanno un peso, penso che la coerenza di un uomo si valuti da quanto quest’uomo, o questa donna, si impegni nel mantenere la parola data. Spesso cerchiamo gli eroi in figure lontane che necessariamente debbono aver fatto imprese sensazionalistiche, penso che gli eroi sono le persone semplici, silenziose che, con dignità e senza tanti proclami pubblici, combattono una vita grama, senza arrendersi mai, perché non gl’è concesso, perché è così.
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- https://skateistan.org una premiata organizzazione no profit che in ambienti difficili come il Sud Africa, l’Afganistan, la Cambogia, cerca di dare ‘la gioia di esser bambini’ ai bambini di quei luoghi, attraverso scuola, skateboard e arte.
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