"Limen - 5 corpi in rotazione" di Sara Davidovics dal 5 febbraio al 3 marzo alla Galleria Gallerati
Save the date! Mercoledì 5 febbraio avrà luogo l'inaugurazione della personale "Limen - 5 corpi in rotazione" di Sara Davidovics dalle 18.00 alle 21.00! La mostra, a cura di Cecilia Bello Minciacchi, sarà aperta al pubblico presso la Galleria Gallerati, in via Apuania 55 a Roma, fino al 3 marzo 2025.
la mostra
Se la sfera – liscia lucida integra – è consueta immagine di perfezione, i cinque involucri-corpi di LIMEN appaiono elogio dell’imperfezione, se non dello scarto, e insieme però dell’apertura – soprattutto là dove questa è strappo, lacerazione. Sono composti da materia sfarinabile stratificata in accumulo: polvere e acqua, gesso steso e rappreso sulle garze che bendano, stringono, curano. Che passano dall’umido al secco conservando tracce, echi di calchi di corpi, pelli(cole) solide e rugose, epidermidi svuotate, segnate da graffi e filiture. Consistenza e struttura dipendono da trame e strati, da pieghe sottili e compresse, non levigate né sinuose: gesso su gesso, piega su piega. La forma ovoidale o tonda, il globo – globulo, bulbo, utero–, che avviluppa e contiene, così ricorrente nella scrittura di Sara Davidovics, in LIMEN si fa oggetto tangibile. Non chiuso, ma svolto, scartato e afferrabile, eppure sfuggente perché corpo aereo, staccato da terra, ondeggiante; non fermo ma sospeso, soggetto al soffio, a lenta rotazione. Invita a investirlo di respiro, promettendo di fluttuare come un mobile. All’esterno ruvida, bianca d’un grezzo bianco d’ospedale o di sudario, questa nuvola-uovo si fa soglia d’apparenza valicabile – è superficie sbocciata, il suo volume è l’aria che contiene – ma inaderente, sottratta al passo che la varca. Avvolge e si schiude, è cavità aperta, irregolare negli orli sfilacciati, amplificati dai fili che rimangono visibili. È organo corpo ferito, involucro non sigillato, che nell’incavo svela e protegge perlescenza di muco, iridescenza di madre-perla, minerale come conchiglia, stratificata protezione secreta da ghiandole. Impronta dell’organico e allusione all’inorganico, la superficie irregolare accoglie, come una benda-foglio, parole rade e biologiche, minerali e animali, nuclei anatomici, sedimenti verbali e suggestioni mnemoniche non individuali ma comuni perché primarie, vitali e condivise, parcellari memorie di carni, ossa e fibre. Le parole – tracciate o impresse che siano –hanno valore di gesti e percorsi, nessi e giunture, e fanno di queste tessiture increspate, percorse da finissimi cretti, pergamene di forme inaudite. Ogni oggetto è una pagina singola e un codice intero, corpo-testo e corpo-storia, pelle di cui la parola è sutura o scissura. Garze e gesso, premuti, stirati, si agglutinano in sculture che fanno collidere (e confondono) dritto e rovescio, che rendono compresenti opacità e lucentezza, cavità e calco, luce e ombra, alto e basso, scorrevolezza e contrattura, aridità di polveri e fluidità di mucose. L’interno è l’esterno, il vuoto è il pieno, costantemente, mutuamente. I corpi di cute che compongono LIMEN, nel numero dei cinque movimenti e dei cinque elementi (ma anche delle dita e dei sensi, e sempre somma di un pari e di un dispari), sono corpi su cui hanno agito (si sono piegati) altri corpi, scomparsi eppure percepibili. Sono esposti all’oscillazione e accolgono l’impermanenza: ciascuno manda riflessi o li assorbe in grinze, s’inarca e si rapprende, contraddice la fissità facendo ruotare le prospettive, divenendo forma della mutevolezza. Unità monadiche ma in relazione, sembrano comprendere nella loro fattura (e chiedere nella loro fruizione) gli atti che per Deleuze formano la «triade delle pieghe secondo le diverse variazioni del rapporto Uno-molteplice», ovvero «spiegare-implicare-complicare». (Cecilia Bello Minciacchi)
l'artista
Sara Davidovics (Roma, 1981) è artista e storica dell’arte. Da diversi anni si occupa di intersemiosi tra testo e immagine, arte partecipata, performance. Ha all’attivo diverse collaborazioni nei contesti del digital media e della cryptoart. Suoi testi, sia creativi che teorici, sono apparsi su riviste italiane e straniere. Sue opere e pubblicazioni sono state esposte in numerosi musei e gallerie e sono presenti in collezioni permanenti presso fondazioni, istituti culturali, biblioteche. Dal 2022 gestisce Spazio MODULO, volume espositivo ricavato all'interno del proprio studio.