Solo Menti

Simonetta Robiony

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Ho 73 anni, un marito, sempre lo stesso, due figli, un maschio e una femmina intorno ai 50 anni, un nipote di 13, solo uno. Sono nata a Napoli il 10 gennaio del 1948 ma molto piccola sono venuta a vivere a Roma con la mia famiglia dove ho fatto tutte le scuole, dall’asilo all’università. La mia crescita, comunque, è stata caratterizzata dal continuo spostamento tra queste due città tanto diverse tra loro: scuola e inverno a Roma, vacanze al mare a Napoli per molti mesi. Ho scritto sempre, fin dalle elementari, e ho fatto esami continui perché sono tra le ultime generazioni a aver dovuto frequentare le medie prima della riforma . Dopo la maturità classica ho deciso definitivamente che avrei fatto la giornalista. Mi sono, dunque, iscritta a filosofia cercando gli esami più utili per questa formazione: sociologia all’università La Sapienza non c’era ancora. Ho fatto tutti gli esami più due inutili ma non mi sono laureata. Contemporaneamente ho scoperto l’esistenza di uno dei primi corsi di giornalismo in una università privata che diventerà poi la Luiss e ho frequentato questo biennio con lezioni pomeridiane giornaliere senza lasciare la statale. Avevo già avuto una piccola esperienza lavorando in un giornalino studentesco con alcuni compagni di studio: allora andavano di moda tanto che il nostro vinse perfino il premio come miglior giornalino scolastico d’Italia. A 20 anni, finiti tutti gli esami di giornalismo, sono stata spedita dal capo del nostro corso, un anziano cronista, a lavorare alla agenzia di stampa InterPress che legava Roma a Santiago del Cile per occuparmi di quello che sarebbe diventato il made- in-Italy. Erano altri tempi. Subito ho cominciato a collaborare anche per Annabella, settimanale femminile della Rizzoli dove, poco tempo dopo, sono entrata con un contratto da pubblicista. Il solo ostacolo incontrato in cinquanta e più anni di lavoro l’ho avuto per la mia seconda gravidanza alla Rizzoli: due bambini in meno di tre anni all’azienda è parsa una follia. L’amministrazione ha tentato di farmi dare le dimissioni: ho resistito e ho vinto. Sono diventata professionista. L’impresa vera è stata mettere insieme famiglia e lavoro ma guadagnavo bene e con il mio stipendio ho potuto permettermi una domestica per la casa e una au-pair straniera per i figli. Con il fallimento della Rizzoli in seguito allo scandalo della P2 sono passata a <La Stampa> nel settore cultura e spettacoli. In questo quotidiano sono stata felicemente fino al primo stato di crisi della azienda che mi pensionò a 60 anni riassumendomi immediatamente come collaboratrice, compito che ho svolto fino all’età di 68 anni quando ho dato le dimissioni. Non mi riconoscevo più in questo nuovo modo di fare i giornali colpiti dalla crisi di vendite tuttora in corso. La mia grande e unica passione è sempre stata scrivere. Sono fortunata perché ho potuto farlo tutta la vita. Ho lavorato contemporaneamente anche in Rai, alla radio e in tv come autrice, in tv con interviste per Mediaset, con Maurizio Costanzo per insegnare giornalismo. Ho scritto un paio di libri, uno su Pippo Baudo per <La Stampa>, un altro sul movimento femminista <Se non ora quando-Libere> di cui sono una delle fondatrici insieme a Cristina Comencini, Francesca Izzo, Licia Conte, Serena Sapegno e altre. Una volta terminato per mia scelta il lavoro a La Stampa mi sono messa a scrivere racconti per me stessa: sono diventati il libro "Avevo 20 anni nel 68", stampato dalla casa editrice All-around grazie a una collega che ha deciso meritassero di essere pubblicati. Sempre grazie a un’altra collega è appena uscito per Fefè Editori il racconto lungo "La nonna" nella collana Gli elogi: una riflessione molto personale sulla evoluzione della figura femminile partendo dalla mia nonna materna. Ora sto scrivendo d’altro anche se la donna e il suo destino è al centro dei miei pensieri.

SOLO TRE DOMANDE

  • Mi de­scri­vo con solo tre ag­get­ti­vi
    • Tenace.
    • Empatica.
    • Razionale.
      .
  • Il solo even­to che mi ha cam­bia­to la vita
    • A nove anni la mia maestra ci fece scrivere un piccolo testo teatrale sul carnevale: il mio le è piaciuto talmente tanto che ha voluto metterlo in scena con le compagne di classe e rappresentarlo nell’Aula Magna della scuola. Credo che tutto sia cominciato in quel momento..
    • Solo un link so­cial­men­te uti­le
      • Per ovvie ragioni, essendo quello di Se non ora quando - Libere - il mio link è www.cheliberta.it.
        .

solo tre immagini

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