Solo Menti

Fabio Carbone

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Sono nato nell'agosto 1986 a Campi Salentina, città natale di Carmelo Bene. E qui terminano le cose in comune fra me e lui. Mia madre decise di chiamarmi Fabio come il protagonista di una telenovela sudamericana dell'epoca. Considerato il criterio della scelta, poteva andarmi decisamente peggio.

Fin dalla prima infanzia ho cominciato a manifestare quelle manie ossessivo-compulsive da ordine e simmetria che tuttora turbano chi mi sta vicino. Conduco la mia quotidiana lotta contro le forze del caos dalla superba Guagnano, effervescente borgo della provincia di Lecce, dove ho più o meno sempre vissuto. Gli abitanti di Guagnano si chiamano guagnanesi e sono noti per la produzione del vino e per l'innata capacità di millantare abilità e virtù di ogni tipo. Io non faccio eccezione. Potrei dirvi, ad esempio, che parlo ben quattro lingue straniere: inglese, francese, spagnolo e russo. Tutte piuttosto male.

Il mio senso pratico mi indusse in giovane età a indirizzarmi verso la maturità tecnico-commerciale. Era il favoloso anno 2000 e il nuovo millennio, come il più seducente tra i ciarlatani, sembrava promettere a tutti un radioso avvenire. Qualcosa durante le superiori andò storto, poiché invece di sviluppare una passione per i numeri e la partita doppia, contrassi un'irreversibile dipendenza dalla letteratura. Per colpa di Svevo e Pirandello, mi convinsi che la mia strada erano le lettere. Nel 2005 mi iscrissi al corso di laurea in scienze della comunicazione, frequentando assiduamente il bar della facoltà e coronando il triennio facendo finta di preparare la tesi durante l'Erasmus in Spagna.

Dopo la laurea magistrale in giornalismo ed editoria, mi ero persuaso che il mio destino fosse la carta stampata. Così non la pensavano le decine e decine di testate presso cui mi candidai, poche delle quali mi risposero per propormi delle collaborazioni rigorosamente gratuite, che rifiutai con l'altezzoso sdegno del neolaureato. Per qualche anno cercai inutilmente un impiego, ottenendo solo qualche breve collaborazione e tante sconsolate pacche sulla spalla.

Colmo di ingratitudine per il mio paese, nel 2013 partii come volontario in Ucraina, dove per otto mesi ho prestato servizio presso un'organizzazione non governativa di Donetsk che si occupava di promuovere i diritti umani in scuole e università del luogo. Tornai in Italia carico di quella meravigliosa e giudiziosa tristezza che solo l'Europa dell'est sa regalarti.

Nel gennaio 2014 trovai lavoro come analista di contenuti radiotelevisivi presso una nota azienda di San Vito dei Normanni, in provincia di Brindisi, impiego che tuttora svolgo. Il primo giorno di lavoro presi una multa. Tra il 2016 e il 2020, mentre la mia calvizie marciava inarrestabile, ho fondato e diretto la casa editrice Ofelia, con cui ho pubblicato testi di narrativa italiana di autori esordienti e non. Nel gennaio 2023 la casa editrice Fernandel ha pubblicato il mio primo romanzo, che si intitola “Uru”.

È un racconto ambientato nel Salento, in cui leggenda e realtà si fondono: l'uru, creatura ispirata alla tradizione del folletto dispettoso presente in molte culture popolari europee, entra nella vita di Paolo, il protagonista, sconvolgendola. Vi invito a leggerlo e a scrivermi, se vi piace. Scrivete invece all'editore, se non vi piace.

SOLO TRE DOMANDE

  • Mi de­scri­vo con solo tre ag­get­ti­vi
    • Testardo.
    • Ironico.
    • Emotivo.
  • Il solo even­to che mi ha cam­bia­to la vita
    • Il servizio volontario in Ucraina.

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