Solo Menti

Giovanni Coppola

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Nasce nel 1962, 19 giorni dopo la prima uscita nelle edicole di Diabolik: ma questo non c'entra niente. Raccontano che appena venuto alla luce più che piangere ha urlato come un forsennato: sarà una caratteristica della sua vita. A 7 anni incontra il suo primo libro, “Cuore” di Edmondo De Amicis, e dopo averlo guardato con diffidenza per un tempo indefinito, decide di leggerlo: sarà amore indissolubile. È affetto dalla sindrome dello Tsundoku, termine che i giapponesi hanno coniato per definire la mania di comprare libri compulsivamente.

La professione del giornalista lo affascina a tal punto che in seconda media fonda un giornalino che avrà un solo lettore: lui. Il risultato disastroso non lo dissuaderà di coltivare il sogno di scrivere per un quotidiano, sogno che si invera nel 1993, quando inizia a collaborare con la redazione catanese del Giornale di Sicilia e, contestualmente, con alcune riviste regionali di cultura e attualità. Rifiuta di iscriversi all'Ordine dei giornalisti perché ha una sua idea sull'informazione e sulle possibilità di esprimersi.

Nel 1997 scrive a puntate sul Giornale di Sicilia la storia della città di Catania e della sua squadra di calcio, dal 1946 al 1996, che diventerà un saggio, “Il cavaliere, l'elefante e il Leviatano”, pubblicato dalla Marco Spampinato editore. Un giorno per caso trova su una bancarella, sotterrato da libri sulla cucina, “Gasoline” di Gregory Corso che lo fulminerà sulla via di ritorno a casa. Scrive poesie su ogni superficie bianca, dagli scontrini del supermercato ai biglietti del cinema, che diventeranno una silloge che vincerà il Premio Internazionale di narrativa e poesia Fortunato Pasqualino. La silloge diventerà un libro che verrà edito dalla casa editrice organizzatrice del premio. Divorzia e non avendo capito nulla del primo matrimonio si risposa dopo alcuni anni; nasce il terzo figlio.

Si impegna nella lotta alla mafia dopo aver subito un tentativo di estorsione alla sua azienda di ristorazione; denuncia gli estortori e decide di militare in alcune associazioni antiracket. Organizza manifestazioni sul territorio contro Cosa Nostra e avvia una petizione popolare per far intitolare una piazza a Rocco Chinnici, iniziativa che conseguirà il risultato prefissato nel 2014.

Decide di scrivere “Morte di un giudice”, una pièce teatrale sulla strage che uccise il magistrato palermitano, il portiere dello stabile dove abitava Chinnici e due agenti della scorta, che verrà messa inscena la prima volta in un teatro nel gennaio del 2016. Divorzia nuovamente, ma questa volta dopo aver capito tutto sul matrimonio. Durante la prigionia del Covid, scrive il suo primo romanzo, “Una comune storia sbagliata”, edito da Algra editore che vincerà il Premio della critica Etnabook 2022; la Blu Film produzione nell'aprile del2023 si è assicurata i diritti cinematografici. La sua passione per il bourbon gli fornisce l'idea per il suo secondo romanzo,“Bourbon in un giro di blues”, edito sempre da Algra editore. Non si risposerà più, continua a bere Bourbon e a comprare libri e non sa dove morirà.

SOLO TRE DOMANDE

  • Mi de­scri­vo con solo tre ag­get­tivi­
    • Passionale.
    • Leale.
    • Socievole.
  • Il solo even­to che mi ha cam­bia­to la vita
    • La lettura del “Cavaliere, la morte e il diavolo” di Jean Cau.

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