Solo Menti

Ila Coronel

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Ila Coronel è un giovane fotografo il cui nome "Ila" si adatta perfettamente al suo modo di raccontare storie e fissare istanti attraverso l’occhio penetrante della sua fotocamera. È nato nella periferia di Guayaquil, la città più grande e popolata dell’Ecuador, ed è cresciuto nel trambusto della metropoli e della Baia, in quella parte popolosa della città dove suo padre era un venditore di macchine fotografiche. Il suo interesse e la sua vocazione per la fotografia si sono manifestati solo a 22 anni, quando era già sposato con due figli e residente in un'altra città. Lontano dalla confusione, ha iniziato a catturare momenti quotidiani, prima nel suo intimo ambiente familiare e successivamente espandendosi nel suo ambiente esterno. Attualmente ha scelto di vivere a Sígsig, un cantone della provincia del Azuay, ubicato a circa 60 chilometri dalla capitale Cuenca, che vive fondamentalmente di agricoltura e artigianato: produce articoli in paglia toquilla, ceramiche, capi di abbigliamento, conserve sciroppate, prodotti in legno, strumenti musicali come chitarre, bandole, charangos, deliziosi formaggi e la loro bevanda tradizionale che si chiama canarino. Questo angolo di mondo è diventato la fonte di ispirazione per il lavoro di Ila, che si è così immerso nel cosmo incantato della cultura Sigseña da diventarne parte integrante, come emerge dai suoi scatti fatti di bellezza, colore, armonia e soprattutto di connessione con l’elemento naturale. Una delle opere più straordinarie del nostro fotografo è "Los Sucos de Sarar" realizzato nel 2015 ed esposto al Museo Fotografico dell'Umanità. Si tratta di una serie di immagini "SUCOS" dove l’artista crea il sogno genetico di unmondo fatto di bionde con gli occhi chiari, assolutamente fuori luogo in un contesto come quello andino, di donne e bambine dalla pelle scura e dallo sguardo intenso e profondo. Ma nel portfolio di Ila ci sono anche le immagini di quei luoghi con persone reali, dai colori giusti, incastonate nel loro ambiente naturale, che svolgono i loro lavori abituali, intrecciando ceste, realizzando cappelli di paglia, nelle loro coloratissime e spettacolari vesti tradizionali. E queste facce opposte della realtà, o meglio della possibilità di un’altra realtà, ha attratto una prestigiosa testata come Vogue che ha voluto essere rappresentata da questi scatti originali e carichi di bellezza.

SOLO TRE DOMANDE

  • Mi de­scri­vo con solo tre ag­get­ti­vi
    • Umile.
    • Creativo.
    • Rispettoso.
  • Il solo even­to che mi ha cam­bia­to la vita
    • Aver incontrato la comunità Sigseña che mi ha regalato una moglie.

per saperne di più

https://www.vogue.com/photovogue/photographers/14100

https://instagram.com/ilacoronel?igshid=YmMyMTA2M2Y=

l'intervista di Patrizia Boi

Ila, quale evento ti ha spinto a occuparti di fotografia?

Mi piacere far evolvere la mia esistenza. Quando mi sono sposato ho lasciato la musica a cui potevo dedicare tutto il mio tempo e ho accettato il cambiamento e questo mi ha regalato il bene maggiore della famiglia e della fotografia.

Quando hai cambiato città?

Mio padre è nato a Sígsig, una piccola cittadina andina dove passavo le mie vacanze e dove giovanissimo, anzi ancora bambini, ho avuto la fortuna di conoscere mia moglie. Quando ci siamo sposati abbiamo deciso di fare lì il nostro nido, ci piaceva questo posto pieno di bellezza, di natura e di storia, che ha sempre attratto la nostra attenzione memori della bellissime storie che ci raccontavano i nostri nonni quando eravamo piccoli. Ho imparato a conoscere le tradizioni, le consuetudini e tutte quelle cose che non si imparano dai libri valorizzando le radici del mio vecchio (padre), quelle di mia moglie e cerco di trasmettere ai miei figli tutto quello che ho imparato affinché anche loro lo possano apprezzare.

Come trascorri la giornata a Sígsig?

È un cantone in crescita di popolazione e con una economia in evoluzione: se non sono al lavoro, partecipo a qualche manifestazione culturale, indipendente o con un'istituzione che vuole lavorare per la nostra cultura, non solo nel capoluogo del cantone, ma anche in tutte le parrocchie, comunità o frazioni.

Sei reduce da una Mostra importante a Roma alla Galleria della Pigna con altri artisti ecuadoriani, cosa ti sei portato in Ecuador?

Come artista, è stato un sogno che mi consente ha di continuare a creare e credere: ringrazio Gladys Rosado e Alexandra Tercero, che mi hanno invitato e hanno favorito l’incontro con altri artisti davvero speciali, creando legami tra noi artisti e con il pubblico italiano. Sono nate connessioni magiche con altri mondi e altri artisti, dall’incontro culturale nasceranno nuove opere, ma soprattutto nasce l’esigenza di mostrare in futuro a chi ha apprezzato il nostro lavoro, altre immagini poetiche che facciano conoscere l’essenza del mio cantone
Sígsig.

Cosa stai facendo attualmente?

Sto cercando di lavorare nelle comunità usando la fotografia come connessione con bambini e giovani.

Quali sono i tuoi sogni?

Come Artista desidero creare un museo itinerante dotato delle migliori tecnologie che mi consenta di insegnare alla gente il valore della nostra cultura e che sia possibile portare un mese da una parte un altro mese dall'altra. Come uomo, voglio essere sempre positivo in modo da non ferire nessuno, per il bene dei miei figli, di mia moglie e di mia madre.

SOLO tantE IMMAGINi

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